L'influenza A (H1N1) spiegata dal dr. Gandola al Rotary (inPrimapagina del 16 ottobre 2009)

Molto rumore per nulla? Questo la domanda che il dr. Luciano Gandola (direttore della U.O. Di Pneumologia dell'Ospedale Maggiore di Crema) ha posto trattando la problematica dell'influenza A (H1N1). L'occasione per sviluppare l'argomento è stata la conviviale del Rotary Club Crema tenutasi lo scorso martedì presso la sede di via Benzoni. Alla presenza del presidente L. Aschedamini, del segretario G. Samanni e di numerosi soci, il primario del reparto di Pneumologia ha cercato di dare una risposta a tale quesito.
Illustrando ai presenti, in modo semplificato ma esaustivo, le caratteristiche dell'influenza cosiddetta “suina”, ha fatto notare un atteggiamento altalenante, in quanto ad una dichiarazione (forse precoce) di pandemia pare sia seguita una situazione di tendenziale indifferenza. Ad allarmare, secondo il dr. Gandola, non è l'attuale numero di vittime ma quello che potrebbe accadere nei prossimi mesi. Citando dati dell' O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità), emerge infatti che i casi segnalati a livello mondiale risultano essere – in base all'ultima rilevazione - 343.298, mentre i decessi imputabili all'influenza sono stati sino ad ora 4108. Commentando tali dati e rapportandoli al livello di allarme che si è venuto a creare è parso lecito domandarsi se tanto clamore mediatico sia stato forse un po' ingiustificato. A detta del relatore, se da un lato va ribadito l'invito a non creare inutili allarmi, dall'altro non bisogna abbassare il livello di guardia. E' vero che altre malattie oggi diffuse (tubercolosi, HIV, malaria) provocano molte più vittime dell' H1N1, tuttavia vi è un rischio potenziale che non può e non deve essere sottovalutato.
Nell'esporre le caratteristiche del nuovo virus è stata inoltre evidenziata l'elevata contagiosità dello stesso, il prevalentemente interessamento delle fasce giovanili della popolazione, l'evoluzione severa di questa influenza ed il quadro clinico associato; quadro che può mutare improvvisamente.
Riflettendo sull'andamento della diffusione del virus a livello mondiale, il dr. Gandola ha fatto notare come nelle regioni dell'emisfero sud vi sia un iniziale declino, mentre tende ancora a diffondersi nelle regioni temperate dell'emisfero nord. Volgendo lo sguardo alla situazione in Italia emerge che alla fine di settembre i casi segnalati erano più di 8000 e i decessi 3.
Dai numeri illustrati nel corso della relazione possiamo dire che la situazione nel cremasco non è particolarmente preoccupante: 8 i casi segnalati e 5 quelli accertati. Anche in questo caso i soggetti coinvolti sono quasi tutti giovani. Per una migliore comprensione dei dati, il dr. Gandola ha chiarito che la diagnosi da influenza A (H1N1) si basa attualmente sul solo criterio clinico, mentre, per i casi di pazienti ricoverati in ospedale e in presenza di un quadro sintomatico più importante, si procede ad una diagnosi di tipo virologico mediante doppio tampone faringeo.
Importante, infine, il richiamo alla prevenzione; un'arma che risulta essere fondamentale per arginare la diffusione del virus. Oltre al rispetto di alcune fondamentali norme igieniche (utili per limitare il rischio di contagio), vi è la profilassi vaccinica, anche se – come rileva il dr. Gandola – la somministrazione del vaccino seguirà un ordine di priorità stabilito dal ministero della salute.

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