Giacomo Desti, un pittore eclettico nella Crema del Settecento (inPrimapagina del 18 dicembre 2009)

Giacomo Desti, un pittore eclettico nella Crema del Settecento. Questo il titolo del libro curato dalla prof.ssa Licia Carubelli e sponsorizzato da S.C.S. Servizi Locali col patrocinio della Provincia di Cremona e del Comune di Crema.
Il libro, presentato lo scorso sabato presso la Sala Bottesini della Fondazione San Domenico, ha voluto rendere omaggio all'artista cremasco vissuto nel 18° secolo; un artista passato quasi inosservato, noto solo a pochi intenditori, che fino ad ora non ha goduto del giusto riconoscimento.
La presentazione ha visto la partecipazione di numerosi esponenti della vita politica e culturale della città, tra cui il presidente di S.C.S. Ercole Barbati, il vice presidente della Regione Gianni Rossoni, gli assessori provinciali Orini e Soccini, quelli comunali Mariani, Beretta e Borghetti ed il coordinatore cittadino del PDL Bettinelli.
Significative le parole dell'Assessore alla cultura Mariani, che ha aperto la presentazione definendo il volume su Giacomo Desti, “un lavoro straordinario e prestigioso”. Mariani ha inoltre rivolto un ringraziamento particolare ai rappresentanti di S.C.S., rilevando che solitamente è difficile trovare finanziamenti per pubblicare testi su pittori così poco noti. Gli sponsor, ha detto l'assessore, spesso preferiscono puntare su nomi più altisonanti; meritevole di plauso, quindi, la scelta di di S.C.S. di finanziare la pubblicazione della Carubelli.
Introducendo il proprio lavoro, la Carubelli ha spiegato le difficoltà incontrate nel ricostruire la personalità e la produzione di un pittore come il Desti, di cui alcuni hanno perfino ipotizzato l'inesistenza. A detta della stessa curatrice, la ricerca sul pittore cremasco non è stata “nè agevole né di semplice immediatezza”. La fatica, tuttavia, è stata ampiamente ricompensata dall'unanime apprezzamento che il volume appena pubblicato ha riscosso. Paola Orini, intervenuta per portare i saluti della Provincia, ha parlato di un testo che può essere paragonato ad “uno scrigno ricco di tesori relativi all'arte e alla cultura del nostro territorio”. “In questo pittore - ha proseguito Orini – ho apprezzato la miscela tra una certa complessità Barocca e la presenza, nelle sue opere, di una semplice devozione delle nostre terre”. Il legame alla propria terra è stato messo in evidenza anche da altri relatori che hanno riconosciuto nell'artista cremasco una sorta di “fotografo” del periodo in cui lo stesso ha operato. La curatrice del testo, ha fatto inoltre notare la capacità del Desti di esprimere le esigenze culturali del suo tempo e di accattivarsi in tal modo il favore della committenza cremasca a vari livelli.
Molto interessante anche l'intervento di Gianluca e Ulisse Bocchi, i quali hanno partecipato alla stesura del libro con un contributo riguardante la “natura morta” dei Gianlisi; artisti piacentini del Settecento. La trattazione relativa ai Gianlisi si è resa necessaria perchè in ambito di studio più volte è emersa l'ipotesi che gli stessi fossero in qualche modo ispiratori delle nature morte del Desti. Studi successivi, come ha precisato Gianluca Bocchi, hanno comunque condotto a rivedere tale ipotesi. Una ulteriore precisazione ha riguardato il soprannome attribuito al Desti, noto infatti come il “cardellino”. La nascita di questo epiteto è da collegare al fatto che diverse opere del pittore sono caratterizzate dalla presenza di un cardellino, diventato una sorta di firma.
Inevitabile ringraziare Licia Carubelli e quanti hanno reso possibile la pubblicazione della ricerca, in quanto, sfogliando le pagine del libro, è possibile riscoprire la ricchezza ed il valore artistico di Giacomo Desti, per troppo tempo ingiustamente dimenticato.
                                                                                                                                             Flavio Rozza

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