Mondiali e problemi del calcio italiano: Mario Macalli si confronta con Marco Civoli (inPrimapagina del 26 febbraio 2010)

Mancano poco più di tre mesi all’inizio del campionato mondiale di calcio; le attese e le speranze di un nuovo successo della nostra nazionale si affiancano ai non pochi nodi critici che il mondo del calcio sta affrontando in quest’ultimo periodo.
Proprio per discutere dei prossimi mondiali e dei problemi del calcio italiano, il Rotary Club di Crema ha invitato lo scorso martedì – in occasione della consueta conviviale – due ospiti indubbiamente qualificati: Marco Civoli (giornalista sportivo della Rai) e Mario Macalli (presidente di Lega Pro).
Difficile non ricordare Marco Civoli e la sua emozionante telecronaca della finale di “Germania 2006” che vide Italia e Francia contendersi il titolo di campione del mondo. “Il cielo è azzurro sopra Berlino”; furono queste le parole che il telecronista pronunciò il 09 luglio di quattro anni fa per suggellare la vittoria degli azzurri. Ma ormai è tempo di archiviare “Germania 2006” e pensare al prossimo mondiale. Rispetto al campionato che verrà disputato dall’11 giugno all’11 luglio, Civoli – durante la serata organizzata dal Rotary – ha condiviso un'analisi che ha tenuto conto di molti fattori. “Innanzitutto – dice il giornalista – sarà un mondiale anomalo; si giocherà per la prima volta in un paese africano e dobbiamo tener conto che il nostro periodo estivo coincide in Sudafrica con il periodo invernale. Se questo da un lato costituirà un vantaggio per i nostri giocatori, dobbiamo anche considerare l'eventualità che alcune gare serali potranno essere giocate con temperature sotto lo zero.”
Nel commentare i mondiali passati, Civoli ha rilevato alcune difficoltà della nostra nazionale, ma ha fatto notare come la nostra squadra abbia sempre saputo gestire alcuni svantaggi iniziali, trasformandoli in elementi di riscatto.
Più prosaico l’intervento di Mario Macalli, che in qualità di presidente della Lega Italiana Calcio Professionistico, ha focalizzato la propria attenzione su aspetti prevalentemente economici ed organizzativi. “Per il 2010 – lamenta Macalli – il bilancio federale ha previsto, rispetto al 2009 circa 9.000.000 di euro in meno. Siamo in presenza di difficoltà economiche che tolgono la necessaria serenità al calcio italiano.”
Tuttavia, quando nel corso della serata sono state rivolte domande specifiche in merito al compenso dell'attuale C.T. della nazionale e sul costo della trasferta degli “azzurri” in Sudafrica, il presidente di Lega Pro ha preferito non rispondere. Nel valutare l'operato di Marcello Lippi, ha comunque affermato di considerare il Commissario Tecnico una persona valida, ed è certo che anche nella prossima competizione mondiale non si smentirà.
La serata si è poi conclusa con un vivace dibattito sull'opportunità di inserire la moviola in campo; tema che ha diviso i presenti tra favorevoli e contrari. Su tale argomento Marco Civoli ha affermato che nei prossimi anni si giungerà probabilmente ad adottare strumenti tecnologici che aiuteranno il direttore di gara ad essere meno fallibile, tuttavia – ha concluso il giornalista – stiamo attenti a non sostituire “l'occhio” dell'arbitro” con la tecnologia. Dello stesso parere anche Macalli, che ritiene il calcio un gioco dinamico, che necessità di una certa continuità di azione. E poi – dice sempre il presidente di Lega Pro – anche l'errore, in fondo, rende il calcio un gioco emozionante e imprevedibile.
                                                                                                                                             Flavio Rozza

Il sen. Memmo Contestabile al Rotary per parlare del rapporto tra Islam e Occidente (inPrimapagina del 12 febbraio 2010)

Ancora un ospite di eccezione al Rotary Club di Crema. Relatore della conviviale dello scorso martedì, Domenico Contestabile; noto avvocato penalista e senatore per tre legislature, nel corso delle quali ha ricoperto importanti incarichi istituzionali: vice ministro della Giustizia, vice presidente del Senato e infine presidente della Commissione Difesa del Senato.
Seppur ritiratosi dalla politica attiva, l'esperienza maturata negli anni ha consentito al relatore di trattare con indubbia competenza il tema della serata: “Rapporti tra Occidente e Islam. Interscambio culturale e conflitti militari”.
Il pensiero ed il giudizio del sen. Contestabile, in riferimento ai rapporti tra Islam e Occidente è articolato, ricco di sfumature e capace di evidenziare – con onestà intellettuale – la complessità del mondo islamico. Complessità che talvolta è divenuta contraddizione. Se da un lato l’Islam, nel corso dei secoli, si è mostrato aggressivo dal punto di vista militare, nel contempo ha anche saputo dar prova di tolleranza sotto il profilo culturale e politico. Questo è ciò che pensa il sen. Contestabile, il quale – nel ripercorrere i passaggi fondamentali che hanno dato origine all’Europa – sostiene che il Vecchio Continente sia non solo “figlio” di Roma, di Gerusalemme (intesa come cultura cristiana) e di Atene (ovvero la cultura greca), ma anche – in un certo senso – debitore al mondo islamico.
“Senza la mediazione araba – ha detto il relatore – non sarebbe giunta sino a noi la cultura greca”. “E non dobbiamo nemmeno dimenticare l’influenza esercitata dall’islamismo sulla filosofia, sulla musica ed anche sulla poesia; va infatti ricordato come la poesia amorosa sia nata proprio nel mondo arabo”.
Sollecitato dalle domande dei presenti, il senatore non ha mancato di trattare anche aspetti legati all’attualità del problema islamico. Perché se è vero che sino ad un certa epoca l’islamismo ha saputo mostrarsi tollerante verso le differenti culture e religioni, è altrettanto innegabile come oggi il fenomeno islamico abbia assunto connotati preoccupanti, in quanto troppo spesso ha condotto ad episodi di fanatismo e persino di terrorismo come strategia per affermarne la diffusione.
Nella sua relazione, ricca di spunti interessanti ma anche di passaggi polemici ed opinabili (ad esempio ha affermato che “anche lo Stato italiano è nato col contributo di una forma di terrorismo”), non ha risparmiato critiche circa l’attuale politica estera dell’Italia nei confronti dei Paesi Mediorientali. Contestabile ha ricordato come Andreotti e Craxi negli anni passati siano riusciti a tenere lontano il terrorismo dall’Italia grazie ad una politica dell’equidistanza, mentre il Governo Berlusconi – anche nelle recenti prese di posizione pubbliche – ha manifestato la scelta di schierarsi apertamente con Israele. Una scelta che, a detta del relatore, appare inopportuna.
Di fronte ad un Islam sempre più agguerrito e tendente al fanatismo, l’Occidente sta affrontando la problematica commettendo gravi errori. Forse, sostiene Contestabile, per assumere un atteggiamento corretto dovremmo ricordare l’approccio che ebbe san Francesco quando si misurò col mondo islamico: un atteggiamento che pur non mettendo in discussione le proprie convinzioni era però aperto alla comprensione. “Il terrorismo –ha concluso il senatore – non si combatte con un semplice giudizio moralistico, ma capendone le cause e cercando di porvi rimedio”.
                                                                                                                                             Flavio Rozza

In visita a Crema il Card. Majella Agnelo, Primate del Brasile (inPrimapagina del 05 febbraio 2010)

Un pubblico numeroso e partecipe, ha accolto – giovedì l'altro – S.E. il Card. Geraldo Majella Agnelo, arcivescovo di San Salvador di Bahia e primate della Chiesa brasiliana.
Dopo una giornata impegnativa che ha visto il Primate prima incontrare le istituzioni locali e poi celebrare la Messa presso il Santuario di Santa Maria della Croce, la visita si è conclusa con la partecipazione all'evento promosso dagli Uffici Diocesani di Pastorale Giovanile e Missionaria.
Nella chiesa di San Bernardino – Auditorium Manenti, mons. Majella Agnelo è intevenuto per parlare dei problemi delle missioni in America Latina. Accanto a lui, mons. Vito Groppelli, missionario cremasco e vicario del cardinale, e don Federico Bragonzi, attualmente responsabile dell'Ufficio Missionario diocesano. Moderatore dell'incontro il giornalista Angelo Marazzi.
L'incontro/dibattito è stato aperto con la musica del Quarteto Descobertas, un gruppo musicale brasiliano composto da Roney Marczak al violino, Mateus Gonsales al piano, Bartem Alves al contrabbasso e Marcello Casagrande alle percussioni. Vi è stato un momento di commozione quando il violinista Marczak ha voluto ricordare e dedicare la musica della serata a Massimo Cogorno, che ha definito “un amico di cui ricordo sempre lo spessore e l'amore per la musica”.
Dopo l'introduzione musicale, ha preso la parola il Cardinale Majella con un intervento incentrato prevalentemente sulla V Conferenza Episcopale dell'America Latina, nota come “Conferenza di Aparecida”, presieduta – tra l'altro – proprio dallo stesso primate.
Il Card. Majella ha voluto subito rimarcare l'importanza e la differenza di Aparecida dalle altre Conferenze che vi sono state nel passato (Rio de Janeiro nel 1955, Medellin nel 1968, Puebla nel 1979 e Santo Domingo nel 1992). Per far questo ha indicato ai presenti gli elementi di continuità e quelli di cambiamento rispetto alle quattro edizioni precedenti . Se l'episcopato latino-americano in passato aveva posto l'accento su questioni dogmatiche e sociali, con Aparecida l'attenzione è stata orientata su aspetti di carattere missionario e pastorale.
“Discepoli e missionari, affinchè i nostri popoli abbiano in Lui più vita. Io sono il cammino, la verità e la vita”; questo il tema su cui si è sviluppata la V Conferenza dei Vescovi latino-americani. La ricchezza di quanto emerso in occasione di tale evento traspare dalle parole del Card. Majella che nel corso della serata ha ricordato ai presenti come sia scorretta la distinzione tra “discepoli” e “missionari”, in quanto è più giusto parlare di “discepoli missionari”; la missionarietà, infatti, deve essere considerata un elemento costitutivo dell'essere cristiani. “La Chiesa, tutta la Chiesa – ha detto il cardinale – deve essere in stato permanente di missione”.
“Evangelizzazione e promozione umana – ha proseguito – sono le due sfide irrinunciabili che la Chiesa latinoamericana deve affrontare”. “Serve un'azione di nuova evangelizzazione che risvegli l'uomo e lo conduca alla fede in Gesù”. E, parlando del proselitismo delle sette, indica una traccia per rispondere a tale fenomeno: un maggiore dialogo, il coinvolgimento nella vita comunitaria ed un'adeguata formazione biblico/dottrinale.
Preziosa anche la testimonianza di mons. Vito Groppelli, sacerdote cremasco, dal 1972 missionario in Brasile dove ha fondato l'Opera “Nazareth Santuario della Famiglia”; un'opera volta a sostenere le famiglie in difficoltà. Parlando di sé e della propria vocazione missionaria ha spiegato ai presenti come “nei 38 anni di vita trascorsi in Brasile siano cambiate molte cose”. Partito con l'idea di fare qualcosa per le persone bisognose, ha presto scoperto – nel paese latino americano - una ricchezza generalmente non conosciuta e troppo spesso non valorizzata. Sollecitato dalle necessità incontrate nel corso del suo ministero, alla fine ha deciso di spendersi in modo particolare a favore della famiglia. Impegno che è poi scaturito nell'istituzione dell'Opera prima citata ed ispirata alla Famiglia di Nazareth in quanto “Nazareth è il luogo dell'esperienza familiare più completa”.
Ha chiuso la serata don Federico Bragonzi, che ha ricordato l'importante tradizione missionaria della nostra diocesi. Tuttavia, ha fatto notare il responsabile dell'Ufficio diocesano missionario, oggi siamo di fronte ad una situazione particolare: da un lato la popolazione cremasca si mostra molto generosa (con donazioni e impegno a sostegno dei missionari), mentre risulta debole l'impegno diretto, il coinvolgimento personale mediante esperienze all'estero. Un problema, questo, che si rende evidente anche nel calo di vocazione presso gli Istituti Missionari. “Corriamo il rischio di perdere il riferimento ideale”, per questo c'è bisogno di gente che esprima in forma più decisa e visibile, l'impegno missionario.
Al termine degli interventi la generosità dei cremaschi si è fatta tangibile. Banca Cremasca, BCC Alto Cremasco, BCC Caravaggio e Popolare Crema, hanno voluto dare un contributo – consegnato al primate del Brasile - per sostenere le importanti Opere di solidarietà attivate dalla Chiesa brasiliana.
                                                                                                                                             Flavio Rozza