Sabato scorso a Crema, presso la Sala Alessandrini, padre Aldo Trento ha ricevuto dalle mani di mons. Mauro Inzoli il Premio della Carità; importante riconoscimento istituito nel 2006 dalla Fondazione “Deus Caritas Est”.
Negli anni scorsi ad essere premiati furono Papa Benedetto XVI, Suora Nirmala Joshi (prima suora succeduta a Madre Teresa alla guida della Congregazione delle Missionarie della Carità) ed i coniugi Cleuza Ramon e Marcos Zerbini (fondatori in Brasile del Movimento dei Senza Terra, poi confluito in C.L.).
In una Sala Alessandrini straordinariamente colma di persone venute anche da fuori Crema, Padre Aldo Trento è stato accolto con grande affetto da quanti, conoscendone la storia personale ed il suo impegno missionario, hanno voluto manifestargli la loro stima e vicinanza.
“Il mio unico progetto è fare quello che Dio mi mostra ogni giorno”, così ama ripetere padre Aldo a quanti gli pongono domande sul futuro, mentre nel ricordare l'origine della propria straordinaria esperienza di sacerdote e missionario in Paraguay, non nasconde il suo debito nei confronti di don Luigi Giussani.
“Tutto è cominciato da un abbraccio, pieno di tenerezza. Dimenticare quell'abbraccio significherebbe dimenticare me stesso”; con queste parole padre Aldo chiarisce quanto sia stato importante per lui l'incontro con don Giussani.
Nato nel Bellunese nel 1947, padre Aldo abbracciò presto la scelta di vita sacerdotale, salvo poi trovarsi ad affrontare un'importante crisi affettiva e vocazionale che lo condusse alla depressione.
“In quel momento nessuno avrebbe scommesso due lire su di me; a salvarmi fu don Giussani, e lo sguardo col quale mi guardò: uno sguardo carico di Cristo, carico d'amore”. Fu proprio il fondatore di Cl a volere che padre Aldo partisse per il Paraguay, cosa che avvenne nel settembre del 1989.
E dal 1989 ad oggi è avvenuto un piccolo miracolo. Un uomo carico di dolore – capace di riconoscere che “il proprio limite è la ragione per cui Dio si è fatto carne” - è divenuto un autentico testimone di Cristo ed ha saputo lenire il dolore altrui.
Negli anni trascorsi in Paraguay, e più precisamente ad Asunciòn, sono state attivate opere molto importanti: un asilo, una scuola elementare, un’azienda agricola dove prestano la propria attività i malati di aids non terminali. Due casette per i bambini orfani o malati di aids. La Casa Gioacchino e Anna per anziani, il Banco dei donatori del sangue ed il Banco alimentare.
La serata di premiazione, oltre alla diretta testimonianza del missionario, è stata arricchita dal canto dei numerosi bambini presenti e dalla proiezione del video di un'intervista realizzata da uno dei più noti giornalisti latino-americani. Commentando l'intervista, padre Aldo, ha voluto sottolineare le parole con le quali il giornalista (non credente) ha chiuso il servizio: “se questo è Dio, allora ci posso credere anch'io”.
In conclusione mons. Inzoli ha consegnato al missionario il Premio della Carità e, con soddisfazione, ha reso noto che – grazie alla collaborazione di numerosi benefattori – è stato possibile sostenere l'opera di padre Aldo con un'offerta di € 70.000.
Visibilmente commosso, il sacerdote premiato ha detto: “vedo, in questo gesto, Gesù che ancora mi abbraccia, mi incoraggia ad andare avanti e mi dice di non avere paura”. Certamente grato per il premio ricevuto, ha infine voluto ricordare che il suo desiderio più grande, il suo vero bisogno, non è di avere gente che vada ad aiutarlo in Paraguay, ma di condurre le persone ad avere nei confronti degli ammalati e del prossimo il medesimo sguardo che don Giussani pose su di lui.
Flavio Rozza
Flavio Rozza
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